Terra di Confine

I Rifugi del Trentino nella Grande Guerra

In Trentino, i rifugi di montagna custodiscono storie e memorie della Prima Guerra Mondiale. Durante il conflitto, molte di queste strutture vennero infatti utilizzate per scopi militari, trasformandosi in avamposti, ospedali e centri logistici lungo il fronte italo-austriaco. Oggi, camminando lungo i sentieri di montagna, è possibile vedere le tracce di un passato che ha davvero influenzato questa terra di confine. Conoscere la loro storia vuol dire comprendere meglio anche l'impatto che una guerra, qualsiasi guerra, ha sulle donne e gli uomini che la attraversano.

Rarissima foto d'epoca delle Portatrici Adamelline nel 1915

Il Rifugio Carè Alto – “Dante Ongari” e le Portatrici Adamelline

 

“I soldati hanno fatto la guerra ma le donne di Rendena hanno fatto una corvée incredibile con assidua regolarità” [Capitano Heinrich von Jenni]

 

Cariche di pesante materiale, salivano i ripidi sentieri che dalla Valle di Borzago conducevano fino ai ghiacci dell’Adamello. Erano le Portatrici Adamelline, donne della Val Rendena che, durante la Grande Guerra, si trasformarono in “Soldatesse” dell’esercito austro-ungarico. Con le carpele ai piedi, scarpe di legno con borchie metalliche sotto le suole per non scivolare, una lunga gonna e tasche profonde per custodire un pezzo di polenta per il pranzo, affrontavano due o tre viaggi al giorno per portare sassi, funi, attrezzi per la costruzione delle teleferiche.

Lo facevano per sopravvivere e per portare a casa due pagnotte e qualche corona a settimana, mentre gli uomini erano emigrati in Italia o sul fronte russo in guerra. “Partivo da Sant’Antonio di Mavignola, un pezzo di polenta per il pranzo in tasca; facevamo due viaggi il mattino, un altro il pomeriggio in ogni condizione di tempo.” Così raccontava Giustina Ferrari di Pelugo, forse la più anziana delle Portatrici.

A queste donne straordinarie è oggi dedicato un capitello con un mosaico, voluto dallo storico e ingegnere Dante Ongari, all’imbocco della Valle di Borzago: là dove iniziava ogni loro cammino verso l’alta quota, verso il gelo, verso il Rifugio Carè Alto, nel Gruppo dell’Adamello-Presanella.

Questo luogo ha rivestito un ruolo strategico durante la Grande Guerra, data anche la sua posizione lungo la linea del fronte italo-austriaca. Costruito nel 1912 a 2450 metri di altitudine, fu un punto di appoggio fondamentale per le truppe italiane che combattevano in alta montagna. Ghiacciai, creste, valloni impervi e condizioni climatiche proibitive rendevano tutta la zona circostante teatro di battaglie e operazioni militari al limite della sopravvivenza.

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Rifugio Reatto

Il Rifugio Contrin e la sua biblioteca affrescata

“Canta che ti passa!”.

Così recita una scritta che compare all’interno dello stanzone del Rifugio Reatto, proprio sopra il focolare, mentre lungo tutte le pareti si possono ammirare numerose illustrazioni originali di Beppe Novello (artista che ha illustrato anche il famoso libro di Paolo Monelli “La guerra è bella ma è scomoda”), in cui racconta in maniera ironica alcuni episodi di vita degli alpini durante la Guerra e il servizio militare.

Il Rifugio Reatto è oggi una dipendenza del Rifugio Contrin, in Val di Fassa, usata sia per il pernotto che come biblioteca. Un magnifico anfiteatro naturale, con la Marmolada sullo sfondo, che custodisce un gioiello, una piccola biblioteca dalle pareti illustrate!

Questi due rifugi si trovano proprio ai piedi del pilastro sud della Marmolada di Penia. Il Contrin fu costruito nel 1897 dall'Alpenverein di Norimberga e durante la Prima Guerra Mondiale venne occupato dal comando austriaco. Il 6 settembre 1915, un colpo di mortaio lo distrusse quasi completamente. Venne poi ricostruito dagli Alpini al termine della Guerra e iniziò così il legame stretto tra l’ANA (Associazione Nazionale Alpini) e il Rifugio Contrin. Il nuovo Rifugio Contrin venne inaugurato nel luglio del 1923. Qualche anno dopo, nel 1930, vennero costruite ed inaugurate altre due nuove strutture nelle vicinanze del Contrin, sempre per iniziativa degli Alpini: la Cappella ai Caduti della Montagna e il Rifugio Dei Lupi, ora Rifugio Reatto, che ancora oggi incanta con la sua particolarità.

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Firma e disegno di Fortunato Depero (Foto Archivio SAT)

Il Rifugio Altissimo “Damiano Chiesa” e il disegno di Depero

Come succede in molti rifugi, anche al Rifugio Damiano Chiesa sul Monte Altissimo c’è, da sempre, l’abitudine di esporre il Libro Firme. Ed è in una soffitta polverosa che è stato trovato quello che probabilmente è il primo di quei volumi, risalente ai primi del ‘900. Pagine di un libro prezioso (ora conservato e consultabile presso la Biblioteca della montagna - SAT) su cui hanno lasciato il segno anche nomi illustri. Tra le tante annotazioni, spicca quella del celebre artista-futurista Fortunato Depero che, il 12 luglio 1914, vi scrisse la frase “Linee – Forze (Futurismo)” aggiungendovi un suo disegno con tanto di firma. Una testimonianza della presenza dei cosiddetti “Futuristi in bicicletta” che parteciparono alla battaglia decisiva per la presa di Dosso Casina, un'importante posizione nei pressi del Monte Altissimo. Un’altra testimonianza celebre presente sul Libro Firme è la frase di Gabriele d’Annunzio “Arma la prora e salpa verso il mondo!”, risalente al 1907 – 1908. E poi, ancora, tante pagine di musica, disegni e ricordi.

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Val di Fassa - Val Contrin - Rifugio Contrin

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Fonti:

[La guerra attorno al monte Carè Alto - Dante Ongari]

[Il Rifugio Contrin 1897 – 2012, Associazione Nazionale Alpini]

[Storia di un sodalizio S.A.T. Mori]

Si ringrazia Riccardo Decarli, Biblioteca della Montagna-SAT, per la preziosa collaborazione e per le informazioni fornite durante la stesura di questo articolo.

Pubblicato il 16/06/2025