Il processo alle streghe di Coredo

A Palazzo Nero e Castel Nanno, tra croci, affreschi e pareti annerite

Mi son deventata stria in occasion che essendo andata ai fieni sul monte di Romeno con la quondam Barbara già nominata a far della legna e havendone fatto un brazzo per una comissione e delle noselle et ballassimo tra di noi et vi erano dei diavolini in forma di cani e li vidi che ballavano con noi…”*

È la confessione di Maria, detta “La Pillona”. Giunse dopo giorni di estenuanti torture e mise il sigillo su uno dei più imponenti processi per stregoneria del Trentino. Era il novembre del 1614, e l’imputata si rimetteva ai giudici nella sala affrescata di Palazzo Nero, a Coredo, in Val di Non.

 

* Guglielmo Bertagnolli - Il primo processo delle streghe in Val di Non (1914)

Il processo alle streghe di Coredo a Palazzo Nero e Castel Nanno

Il processo alle streghe di Coredo del 1614

Centinaia di testimoni, per un totale di duecentoquarantasette deposizioni e trecentoquarantesei pagine di atto istruttorio. Otto donne uccise, sette sul rogo, una in carcere a causa delle torture subite. Quasi tutte le imputate erano donne anziane, sole, spesso vedove, senza alcuna protezione sociale o tutela da parte delle famiglie.

Donne come Maria la Pillona, vedova ormai da venticinque anni all’epoca del processo, Caterina de Fedrizi, detta la Castellana, Maria di Giacomo Rigotti di Tos detta la Gril, Agata, detta la Gadenta, Giovanna, detta la Salada, Barbara, detta la Buzata di Coredo o Anna, detta la Tuenetta.

Il processo alle streghe di Coredo è una delle pagine più cupe della storia trentina.

Il processo alle streghe di Coredo a Palazzo Nero e Castel Nanno

Non si sa bene da chi partirono le accuse. Ciò che si sa è che i motivi oggi appaiono più che risibili. Una delle imputate, ad esempio, venne accusata di “Fattura d’impotenza maritale”, per aver lanciato un sasso tra le gambe dello sposo mentre la coppia tornava a casa dopo la cerimonia nunziale.

Alle imputate venne anche chiesto quale conoscenza avessero delle erbe officinali. Dagli atti del processo risulta che “... la più sapiente di esse conosce: il meio, le piuse, la salvia, la rutta, le verze, i capussi, i pederzemoi, i polezi, l’hisopo, il terfoi, la malva.”* Cognizioni che suonavano come accuse.

L’istruttoria venne condotta secondo i criteri adottati dal Malleus Maleficarum, il più noto e controverso trattato di stregoneria della storia europea. Una vera e propria guida per riconoscere e punire le streghe.

Un maglio che si abbatté sul capo di queste sfortunate donne.

 

* Guglielmo Bertagnolli - Il primo processo delle streghe in Val di Non (1914)

Il processo alle streghe di Coredo a Palazzo Nero e Castel Nanno

La reclusione a Castel Nanno

Sono diversi i luoghi della Val di Non che furono coinvolti nel processo. Tra questi Castel Nanno, una splendida dimora rinascimentale con un giardino fiorito, dove nella bella stagione gli ospiti stendono le tovaglie da picnic sull’erba brillante.

Nel XVII secolo anche questo luogo di spensieratezza fu travolto dall’isteria collettiva da caccia alle streghe. Ancora oggi c’è una sala del castello nota come “La sala delle streghe”.

Qui, nel corso del processo, furono imprigionate e interrogate tre delle imputate.

Il processo alle streghe di Coredo a Palazzo Nero e Castel Nanno

Varcare la soglia di questa stanza mette i brividi. La stanza è vuota e le pareti bianche sono annerite dal fumo, creando un inevitabile accostamento col fuoco dei roghi che hanno dato morte alle malcapitate.

Il motivo di queste tracce di fumo però è tutt’altro che macabro. Le macchie risalgono al XVIII e XIX secolo quando questa stanza venne impiegata per l’allevamento dei bachi da seta. I fuochi accesi sul pavimento, necessari a scaldare i bachi, col tempo hanno annerito le volte della sala.

C’è, tuttavia, un dettaglio che ci riporta all’epoca del processo. In un angolo della stanza sono incise tre croci. Secondo la tradizione furono opera delle tre recluse, per mostrare la loro vicinanza alla fede cristiana e la loro fiducia nell’aiuto del Signore.

È solo una delle storie celate tra le mura di questo castello immerso nei meleti.

Il processo alle streghe di Coredo a Palazzo Nero e Castel Nanno

Le pareti scure di Palazzo Nero

Punto di riferimento del processo alle streghe della Val di Non del 1614 è Palazzo Nero, un austero maniero nel paese di Coredo.

Anche in questo caso è il fumo ad accomunare le diverse sedi della caccia alle streghe. Le pareti esterne di Coredo sono annerite dalla fuliggine. Nel 1477 i contadini, infuriati con il governo vescovile che aveva sede nel palazzo, insorsero e provarono a dare fuoco all’edificio. Il maniero tenne, i contadini vennero puniti, ma i segni dell’insurrezione sono ancora là.

La gente del posto però non esclude che quel nero possa essere stato causato anche dai roghi alle streghe che, più di cento anni dopo, si tennero proprio nei pressi del palazzo.

Il processo alle streghe di Coredo a Palazzo Nero e Castel Nanno

La Sala del giudizio

Oggi Palazzo Nero è una residenza privata, ma al suo interno è possibile visitare (accompagnati da una guida) la Sala del Giudizio, sede del processo alle streghe della Val di Non.

É una sorpresa inaspettata perché, in questa stanza dai soffitti bassi, illuminata da una flebile luce, le pareti sono decorate con uno spettacolare ciclo di affreschi gotici.

Riportano la leggenda di ispirazione cortese di Santa Genoveffa. Un’allegoria che ricorda come gli innocenti, presto o tardi, ottengono sempre giustizia mentre i colpevoli non possono sfuggire alla giusta condanna. Così, proprio nella parte centrale dell’affresco, viene raffigurato il truculento castigo di colui che aveva tramato contro la santa e il re suo consorte.

Un monito per chi veniva trascinato di fronte ai giudici in catene.

Eppure, nel novembre del 1614, pare che la giustizia si fosse voltata da un’altra parte e sette delle donne accusate di stregoneria vennero condannate alla pena più spietata, il rogo in pubblica piazza.

Una pagina buia della storia trentina, che però non va dimenticata. Se non altro, per ricordare quelle donne, strie senza colpa.

Il processo alle streghe di Coredo a Palazzo Nero e Castel Nanno
Pubblicato il 26/05/2025